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Suggerimenti per gli editori |
Per Petterson - Ut Og Stjæle Hester |
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Anno:
2003
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Vincitore di diversi premi in patria e all'estero, Ut Og Stjæle Hester, rappresenta la seconda prova letteraria di Per Petterson. La trama si svolge su due piani temporali paralleli che, attraverso piccoli episodi quasi casuali, si intrecciano continuamente fino a svelare il mondo interiore del protagonista. La storia è narrata dal sessantasettenne Trond che abbandona gli agi e le comodità della capitale per ritirarsi nei boschi della provincia norvegese ai confini con la Svezia. La sua solitudine è mitigata dalla presenza di un cane e dalla compagnia di una vecchia radio sempre sintonizzata sui programmi della BBC, quasi a voler sottolineare la distanza dalla vita che ha appena lasciato. La monotonia dei lavori quotidiani viene un giorno interrotta dall'incontro casuale con Lars, il fratello del suo amico d'infanzia Jon, con il quale, alla fine della seconda guerra mondiale, aveva trascorso una felice vacanza precisamente in quei luoghi. Proprio questo incontro scatena una serie di ricordi di quella lontana vacanza passata in solitudine col padre. Il primo episodio che si affaccia alla memoria riguarda quella mattina in cui l'amico Jon gli suggerisce di "rubare" due cavalli per farsi una cavalcata nei boschi. Da questo episodio il passato comincia inesorabilmente ad affacciarsi con le sue ambiguità e i suoi misteri. Ovunque vi sono segnali che il padre, malgrado un'apparente quiete, stia intimamente soffrendo per qualcosa che piano piano comincia a svelarsi. L'epifania ha luogo quando un tragico episodio che colpisce la famiglia di Jon scioglierà il legame particolare e inconfessato tra la sua famiglia e quella dell'amico. Niente ora sarà più come prima e questa mutata situazione segnerà per Trond il passaggio dall'infanzia all'età adulta. Finalmente tutti i frammenti del passato cominciano a ricomporsi e, in un certo senso, rendono meno incomprensibile il successivo abbandono della famiglia da parte dell'amato padre. Lo stile asciutto, la prosa minimale, l'ambientazione e i temi trattati non possono che rimandare al migliore Knut Hamsun, quello per dire di Pan, Misteri ma anche di Vagabondi e del delicato Sognatori. La miglior dote di questo libro è sicuramente l'equilibrio della scrittura e l'utilizzo di una prosa quasi perfetta al servizio di una trama che può sembrare a tratti semplice ma che nasconde una grande ricchezza di episodi. Riccardo Marmugi |
Voto: 8/10 |
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Aggiornamento: qualche volta i nostri desideri prendono forma. Nel 2010 la casa editrice Guanda ha deciso di fare uscir la traduzione italiana di questo romanzo (a cura di Cristina Falcinella) col titolo Fuori a rubar cavalli |
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